Il primo bene di un popolo è la sua dignità, sottotitolo del mio blog, è una frase di Cavour pronunciato il 16 aprile 1858 in un discorso nel Parlamento, riguardante un dibattito su una legge per istituire una pena per il reato di cospirazione contro sovrani e capi di stato stranieri, stimolata dopo l’attentato di Felici Orsini, italiano e mazziniano, contro Napoleone III, imperatore dei francesi (nipote del più famoso Napoleone I Bonaparte).
Nel respingere l’accusa di aver ceduto alle pressioni straniere Cavour disse:
“Meglio leggi imperfette, ma frutto della libera volontà del popolo, che i Codici i più perfetti che ci sarebbero da estero nazioni imposti.
Questo è talmente vero, o signori, che non esito a dire che il primo bene di un popolo è la sua dignità; che il primo dovere di un Governo è di tutelare l’indipendenza nazionale e il sentimento d’onore; giacché il popolo che lasciasse indebolire questo prezioso sentimento sarebbe sulla via della decadenza, quantunque fossero perfette le sue istituzioni politiche, quantunque fossero degni di lode i suoi Codici civili.”…….”.
Cavour riassume mirabilmente l’idea sottostante la creazione di questo blog.
Se ci riflettete è un’analisi di un’attualità quasi drammatica.
La premessa, fatta da Cavour, di preferire leggi imperfette a leggi imposte dall’estero, ribadisce un concetto di indipendenza, in cui si privilegiano norme frutto di un dibattito interno, attraverso cui un popolo cresce nel confronto, piuttosto che leggi provenienti dall’estero e, che spesso, non conoscendo la realtà locale risultato inadeguate, nonché inapplicabili (Europa docet?)
Da qui sottolinea che questa esigenza e diritto, rappresentano la dignità di una nazione, ossia dimostrare di avere le capacità, il diritto nonché la forza di essere indipendente da altri.
L’indipendenza, in quanto patrimonio di libertà e di tutela degli interessi nazionali, e il sentimento d’onore, da non perdere, corrispondente ai valori morali, vengono espressi attraverso i comportamenti, dal prestigio raccolto, dalla reputazione costruita e dal rispetto conquistato.
Ma Cavour è nel prosieguo del suo discorso che traccia il vero pericolo nel perdere la dignità, cioè la decadenza.
Tale pericolo non verrebbe meno, anche in presenza di leggi e istituzioni politiche perfette, perché esse sono carta straccia, se non esiste un sentimento condiviso sull’onore e la dignità di se stessi, e quindi nel suo complesso, della nazione.
Ecco la parola chiave: decadenza!!
L’Italia non si rende conto che si sta avviando verso un progresso indebolimento, che molti confinano esclusivamente, nell’ambito economico, sottovalutando gli aspetti dei valori morali e nazionali: quando all’aspetto economico (declino) si associa l’abbandono dei valori morali, si ha la decadenza.
Venendo all’attualità, scegliendo di entrare a far parte dell’Europa, si è dovuto in qualche modo perdere parte di sovranità, e questo è anche corretto altrimenti non avrebbe senso esserci.
Ma ciò non significa accettare tutto rinunciando alla dignità e senza reagire ai soprusi e imposizioni.
Osservando prima il mio Paese rassegnato alla propria decadenza, spesso insultato e deriso, e poi i miei connazionali rintanati nei loro egoismi, mi subentra una malinconia e una frustrazione, perché non posso tollerare che gli italiani non i rendano conto che il trascurare la difesa della dignità del loro paese porterà a perdere tutto ciò che hanno … non solo beni materiali.
Non si può ricondurre tutto al possesso.
Ricordate: un paese che ha problemi economici è in declino, un paese che associa ad essi anche una crisi di valori è in decadenza.
In questo blog si cercherà di evidenziare gli avvenimenti che offendono la nostra dignità o, spero più spesso, quelli che esaltano i nostri pregi, nonchè di stimolare l’amore per il nostro paese.