39-I moti in Piemonte/2 – A Carlo Alberto chiesero di prendere la guida dell’insurrezione, prima accettò, poi ritrasse, e poi accettò. Così passò alla storia come Re Tentenna. Nel frattempo, Re Vittorio Emanuele I, non avendo figli maschi, abdicò a favore del fratello Carlo Felice, anch’esso senza eredi, facendo diventare Carlo Alberto, l’erede al trono. Tornando all’insurrezione Carlo Felice, essendo a Modena, nominò il nipote Carlo Alberto reggente, il quale, su pressione, degli insorti concesse la Costituzione, facendo andare su tutte le furie lo zio, che lo sconfessò, chiamando in aiuto gli austriaci che riuscirono a domande l’insurrezione. Molti furono giustiziati, mentre altri fuggirono in Grecia a combattere per l’indipendenza di quella terra… viva i romantici. La vera delusione del fallimento dei moti piemontesi, fu la non sollevazione della Lombardia, a cui i patrioti avevamo riposto le speranze. Gli esuli si imbarcarono da Genova. Ad osservarli dal molo c’era un ragazzo: Giuseppe Mazzini