Tutti sanno che l’Ema, l’Agenzia europea per i medicinali, è stata assegnata ad Amsterdam ai danni di Milano dopo un sorteggio.
Successivamente, si scopre che la capitale olandese non sarebbe in grado di aver pronta la sede, seppur provvisoria, per il 31 marzo 2019.
L’Italia prende spunto da tale situazione per fare ricorso, al fine di ottenere l’assegnazione.
Fin qui sembrerebbe una normale disputa.
Ma i neoborbonici europei nello specifico la Corte di Giustizia chi nominano per dirimere la questione: un olandese!!!
Per carità, siamo i soliti italiani che pensano male, che hanno la cultura del sospetto, anzi siamo proprio noi quelli che intrigano, corrompono, arraffano e non gli altri che hanno il senso civico e il rispettano le regole.
Ma non sarebbe stato più opportuno nominare un giudice di un paese terzo?
Anche perché, se la sentenza sarà di sospensiva sull’assegnazione, si entrerebbe nel merito delle procedure del sorteggio.
Infatti, stanno emergendo fatti sconcertanti sul sorteggio sulle fasi che hanno proceduto lo stesso.
Dopo il voto del terzo scrutinio, con il pareggio tra Milano e Amsterdam, si sarebbe dovuto dare mezz’ora di sospensione per i paesi partecipanti, ma ci si affrettò all’estrazione dall’urna a porte chiuse (!!!) da parte del presidente estone, che comunicò la vittoria della capitale olandese.
Signori, avete letto bene, Estonia. Un paese che ha il 1,2% del nostro PIL!!!!!!!!! Allucinante.
Non vado avanti nel descrivere interessi, lobby, giro d’affari che un’agenzia come la Ema comporta, né di capire il perché un vantaggio di 5 voti di Milano sia diventato un pareggio, e capisco anche che un Stato debba seguire comunque vie legali (ricorsi, esposti, …) per difendere i propri diritti, ma credo che una presa di posizione politica forte, una dichiarazione feroce e intransigente del Governo Italiano volta a far capire ai neoborbonici europei che non ci devono prendere per i fondelli debba essere fatta, anche a costo di porre veti e ostruzioni su provvedimenti in corso da prendere in Europa.
Questa è dignità. Non è più tollerabile ricevere trattamenti di questo tipo