16-Ugo Foscolo – Abbiamo spesso citato che gli uomini di cultura manifestarono attivamente la loro ammirazione verso Napoleone. Uno di questi fu senz’altro Ugo Foscolo, che dedicò una ode a Napoleone: “Io ti dedicava questa Oda quando tu, vinte dodici giornate e venticinque combattimenti, espugnate dieci fortezze, conquistate otto provincie, riportate centocinquanta insegne, quattrocento cannoni e centomila prigionieri, annientati cinque eserciti, disarmato il re sardo, atterrito Ferdinando IV, umiliato Pio VI, rovesciato due antiche repubbliche, e forzato l’imperatore alla tregua, davi pace a’ nemici, costituzione all’Italia, e onnipotenza al popolo francese.” Però, dopo Campoformio, gridò al tradimento. Il suo capolavoro “Le ultime lettere di Jacopo Ortis” descrivono questo sentimento. Infatti l’incipit recita: “Il sacrificio della patria nostra è consumato: tutto è perduto; e la vita, seppure ne verrà concessa, non ci resterà che per piangere le nostre sciagure e la nostra infamia.”